Inaugurazione 8 luglio 2014, ore 18.30
scatolabianca
via Ventimiglia (angolo via Privata Bobbio), Milano.
Giuseppe Ciracì – Lucia Lamberti
Il paesaggio fisico e geografico nel quale abitiamo, il paesaggio esterno, e il paesaggio antropologico e anatomico, corpo e anima, sono oggetto di indagine e di ricerca di molti artisti contemporanei. Tali rappresentazioni e manipolazioni da parte degli artisti modulano costantemente le nostre percezioni, le nostre visioni. L’arte elabora dei paesaggi interiori costruiti attraverso assemblaggi memorizzati, distrazioni e imperfezioni, traumi, evocazioni d’immagini, percezioni che si srotolano adeguandosi alle superfici, ai processi, ai linguaggi plurimi, trans, meta del contemporaneo. […] Altra forma di abbandono pittorico operata dall’artista androgino risiede in quella pratica che sembra concepire la bellezza come un percorso che implica necessariamente delle contraddizioni – accumulo o sottrazione, o forbici e colla, o montaggio e smontaggio – per un processo di chirurgia estetica che ripercorre paesaggi e geografie, mentre gli strumenti pittorici impiegati servono non tanto a riprodurre informazione, ma a falsificarla nel senso dell’arte. E tale abbandono sembra concepirsi come l’immagine di qualcosa che non si limita a esplicare la soglia della percezione tra realtà e finzione, tra concreto e illusorio, bensì come soggetto che contiene l’enigma insoluto, la trama che l’arte si porta come dotazione di un matrimonio morganatico tra quotidianità bassa e ricerca d’elevazione spirituale a altitudine esasperata.
scatolabianca propone un ciclo dedicato alla pittura attraverso una serie di mostre bi-personali i cui protagonisti rappresentano e si esprimono con un linguaggio classico permeato da un taglio contemporaneo fortemente concettuale, da una temperatura personale, uno stile ad alto tasso di poesia e di chirurgia, da una capacità allestitiva che entra nel codice stesso dell’opera e del progetto espositivo. I temi proposti si riferiscono ad alcune fasi di criticità che nel Novecento hanno tenuto sotto scacco la società, la cultura e la coscienza antropologica della collettività: il tema dell’Assurdo affrontato da Albert Camus, il sovraccarico d’Immagini denunciato da Jean Baudrillard, il concetto di Paesaggio inteso come sguardo interiore, antropologico, psicologico, culturale, l’Antropologia delle Immagini teorizzata da Hans Belting.
Martina Cavallarin