CV
Lucia Lamberti è un’artista visiva nata a Salerno nel 1973.
Diplomata al Liceo Artistico, consegue la Laurea in Letteratura Italiana, specializzandosi in filologia e iconologia.
Dal 1993 al 1995 fa parte della compagnia teatrale Benvenuto-Sanguineti, che vince, con il video “Ultime notizie”, la sezione Spazio Italia del 13° Film Festival di Torino. Nel 2000 consegue il diploma di tecnico del restauro; specializzatasi in affresco, lavora in cantieri quali la Domus di Marco Lucrezio, la Domus di Giulio Polibio e le Terme Stabianae negli scavi di Pompei. Oggi è docente di materie letterarie nella Scuola Secondaria di primo grado.
La sua attività artistica comincia nel 2004 con un ciclo di acquerelli dedicati al gesto del fumare.
Nel 2006 dà inizio alla serie delle donne armate, tratte da fermo immagine di film di vario genere in cui compare un’attrice che impugna un’arma. La fonte degli still frame è il web: un archivio amatoriale totalmente dedicato alle “girls & guns”. L’attuale ricerca è incentrata sul paesaggio, sulla percezione che di esso si ha attraverso filtri culturali e storici.
Incluse nelle finali di diversi premi (Premio TERNA, Premio Celeste, Premio Combat, fra gli altri) le sue opere sono state esposte in Italia e all’estero, in gallerie private e in sedi istituzionali, tra cui il MNAC di Bucarest; il Consolato Italiano a Bruxelles; la Fondazione Orestiadi a Gibellina; il Collegium Hungaricum a Berlino; il Kaliningrad Art Museum in Russia; è in collezione permanente presso TERNA, Roma, il Lentos Museum di Linz in Austria, la Certosa Di San Lorenzo a Padula (SA) e la Fondazione Orestiadi di Gibellina (TP).
Hanno scritto di lei Eugenio Viola, Antonello Tolve, Maria Letizia Paiato, Gianluca Marziani, Sandro Malossini, Tiziana Di Caro, Martina Cavallarin, Giovanni Cavaliere, Achille Bonito Oliva.
Nel 2011 è stata residente presso il Leipzig International Art Programme di Lipsia.
Attualmente vive e lavora tra Salerno e Bologna.
Lucia Lamberti is a visual artist, born in Salerno (Italy) in 1973.
She graduated from the Art School, she received her Master’s Degree in Italian Literature, specializing in philology and iconology. From 1993 to 1995 she is part of the theater company Benvenuto-Sanguineti. From 1997 to 1998 she taught at institutions of post-graduate training, taking courses of iconology and art history, focusing on the traces left by the images of classical mythology in the Italian Renaissance art. In 2000 she graduated as operator of restoration. Specializing in fresco, she worked on construction sites such as the Domus of Marcus Lucretius, the House of Julius Polybius and Stabian Baths at Pompeii. Her artistic career began in 2004, with a series of watercolors dedicated to the act of smoking. In 2006, she launched the series of GUNS + GIRLS . The works of this cycle are all taken from action movies, in which it always appears an actress with a gun. The creative process begins with a search in web archives amateur, dedicated to the fetishistic cult of the armed woman. The current work is focused on the landscape, considering cultural and historycal influences.
MOSTRE PERSONALI / SOLO EXHIBITIONS
2024 Königsberg – la città di Kant, Goethe Zentrum, Bologna.
2024 Nell’acqua la memoria, Il paese del vento, Mercato San Severino (SA), curated by G. Cavaliere
2023 FIREWORKS, Complesso San Michele, Salerno, curated by S. Malossini and A. Ferraro
2022 In un tempo brevissimo, Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, Bologna, curated by S. Malossini
2019 Nelle intime stanze della memoria Centometriquadri Arte Contemporanea, Santa Maria Capua Vetere (CE), curated By A. Tolve
2017 Sulle arie, sulle acque, sui luoghi FabulaFineArt, Ferrara, curated by M.L. Paiato
2014 VIATOR Villa Pagliara, Pellezzano (SA)
2014 Il paesaggio interiore scatolabianca, Milano, curated by M. Cavallarin
2013 Seven Bridges of Königsberg Kaliningrad Art Gallery, Kaliningrad – RU
2012 Königsberg Salve Gallery, Leipzig – DE, curated by I. Keerl.
2012 Lectio facilior SpazioBlue, Bologna, curated by S. Gavioli.
2012 Königsberg preview Farnespazio, Bologna.
2011 SLOW SPEED! Galleria delle Cornici, Venezia, curated by M. Cavallarin.
2009 Prénom Vincent-Vincenzo Consolato d’Italia, Bruxelles – B, curated by A. Tolve.
2006 Stanze per racconti Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, Stio (SA); curated by S. Vecchio.
2005 Smokers Picagallery, Napoli; curated by G. de Martino.
MOSTRE COLLETTIVE / GROUP EXHIBITIONS
2023 Padiglione Bologna, MuVi, Viadana (MT), curated by S. Malossini
2022 Padiglione Bologna, Galleria FaroArte, Marina di Ravenna, curated by S. Malossini
2021 Artistiche. L’emozione femminile nelle arti, Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, Bologna, curated by S. Malossini
2021 La voce della Luna, Museo Temporaneo Navile, Bologna, curated by M. Tedesco
2021 Autopromozione 10 con 10 Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, Bologna, curated by S. Malossini
2021 Polka Puttana localedue, Bologna, created by G. Tosi, M. Coluccia, L. Presicce
2020 Italian Artists in quarantine online @emergencyexit_artinquarantine, curated by A. Rispoli
2019 territori Museo Temporaneo Navile, Bologna, curated by M. Tedesco
2018 X [ics] Roccagloriosaresidenzadartista, Roccagloriosa (SA), curated by F. Farnè
2018 DIMENSIONE FRAGILE Biblioteca Valicelliana, Roma, concept by Paola Paesano and Jasmine Pignatelli
2016 DRYER ArtVerona, Verona, curated by G. Tosi
2016 It’s not for you StudioCloud4, Bologna, curated by M. L. Paiato and T. Cattelani
2016 MINIPIMER LocaleDue, Bologna, curated by G. Tosi
2015 28 mq Yoruba, SetUp Art Fair, Bologna, a project by F. Zabarri
2013 Baltic States Biennial of Graphic Arts, Kaliningrad Art Gallery, Kaliningrad – RU, invited by M. Wiessner and I. Keel, Germany
2013 Persistenze, Yoruba, SetUp Art Fair, Bologna, a project by M. L. Paiato
2012 Collaudo statico scatolabianca, Milano, curated by M. Cavallarin
2011 Le cose hanno il potere che tu gli dai Arsenale Novissimo, Venice, curated by M. Cavallarin
2011 Summer show Leipzig International Art Programme, Leipzig – DE
2011 l’aur’amara CRAB, Milano, curated by P. Finelli
2011 POST/PRINTING Archivio dell’Architettura Contemporanea, Salerno, curated by A. Tolve
2011 La reale giovinezza e l’irreale maturità Confindustria Salerno, curated By A. Tolve
2010 Expectations Collegium Hungaricum, Berlin – DE, curated by M. Slome
2010 IN BIANCO Salerno, curated by M. Alfano & Galleria Studio Legale
2009 Azione & Fecondazione Artsinergy, Roma, curated by G. Marziani
2009 Die Heiterkeit der Kunst Studio für Bewegung & Kunst, Linz – AT, curated by C. Annoni
2009 Lunatiche. Erotica, Eretica, Eroica Complesso Monumentale di S. Sofia, Salerno , curated by A. Tolve
2009 SHE DEVIL on Tour National Museum of Contemporary Art (MNAC), Bucharest – RO, curated by Studio Miscetti
2009 Un altro nastro per Krapp Galleria Interno Ventidue, Roma, curated by M. Cavallarin
2008 Fresco Bosco Certosa di San Lorenzo, Padula (SA), curated by A. Bonito Oliva
2008 Finis Terrae Castello dell’Abate, Castellabate (SA), curated by A. Tolve
2007 Atelier 07 Fondazione Orestiadi, Gibellina (Tp), curated by A. Bonito Oliva
2006 SHE DEVIL Studio Stefania Miscetti; Roma, invited by Tiziana Di Caro
2005 L’esercizio della memoria Basiliche Paleocristiane, Cimitile (NA), curated by E. Zorn
PREMI E RESIDENZE / AWARDS AND RESIDENCIES
2012 Premio Combat selected work
2012 Premio Opera third place
2011 Artist Residency at Leipzig International Art programme (Leipzig) – DE
2010 Premio Celeste selected work
2010 Premio Lissone selected work
2009 Artist Residency at Farnespazio, Roccagloriosa (SA) – I
2009 Premio Terna 02 selected work
2008 Premio Terna 01 selected work
2007 Artist Residency at Fondazione Orestiadi, invited by A. Bonito Oliva, Gibellina (TP) – I
2005 Premio Celeste selected work
OPERE IN COLLEZIONE PERMANENTE / ARTWORKS IN PERMANENT COLLECTIONS
TERNA, Roma – I; Lentos Museum, Linz – AT; Certosa Di San Lorenzo, Padula, (SA) – I; Fondazione Orestiadi, Gibellina (Tp) – I.
LIBRI E CATALOGHI/ BOOKS & CATALOGUES
Martina Cavallarin, L’abbandono. Pratiche di relazione nell’arte contemporanea, 2014
G. Tosi, LOCALEDUE 2015/2016, 2016
Achille Bonito Oliva, Fresco Bosco, 2010
Manon Slome, Julian Navarro, Expectations Berlin-New York, 2010
PREMIO LISSONE, 2010
PREMIO CELESTE 2010
Antonello Tolve, LUNATICHE, EROTICA ERETICA EROICA, 2009
Achille Bonito Oliva, ATELIER 07, Gibellina (TP) 2007
Antonello Tolve, Lucia Lamberti, Prénom Vincent-Vincenzo, 2009
Antonello Tolve, natural_mente, 2009
PREMIO TERNA 02, 2009
PREMIO TERNA 01, 2008
Apparati critici (please scroll down for the English version)
La scelta di utilizzare la pittura ha portato Lucia Lamberti ad elaborare criticamente il rapporto con la tradizione, ad affinare gli strumenti per ridefinire il presente di questo medium. Nella estetica dell’artista la pratica pittorica diviene luogo dello sconfinamento, della ibridazione tra pittura, fotografia e video, si apre ad una serie di nuove potenzialità, diventa un ipertesto, suggerisce contesti interpretativi molteplici. A volte Lamberti da immagini cinematografiche rubate in rete, la cui sgranatura è esaltata dal gesto pittorico vibratile e da una cromia delicata che dona alla scena di partenza un aspetto evanescente e onirico, stempera l’icasticità di base del gesto e la violenza della scena rappresentata. (Eugenio Viola)
La pittura di Lucia Lamberti si muove con disinvoltura tra gli spazi della quotidianità mostrando ed evidenziando le brutture concepite nell’ambito dell’interattività elettronica e dei new media in generale. Facendo propria una analytische Lektion che diventa il presupposto necessario per un nuovo razionalismo (per una nuova analiticità), Lamberti ricalca e ricalcola le smagliature del tessuto visivo contemporaneo, percorrendo criticamente alcune trame patologiche dell’immaginario collettivo per proporre un atteggiamento interpretativo – basilarmente astratto-simbolico – atto a generare riferimenti gnoseologici o a ritrovare un’arteria profanatrice dove l’elemento sacrilego è il presupposto valutativo dell’uomo moderno di fronte al marasma d’immagini e di rumori che si dislocano tra le parabole dell’attualità. (Antonello Tolve)
Lucia Lamberti adotta un metodo pittorico di forte riconoscibilità estetica. La sua pennellata netta diviene una sorta di seconda pelle che “veste” l’immagine mediatica, come se una sovrapittura sotto controllo si mettesse sopra l’immaginario di natura elettronica. I temi prescelti agiscono con atteggiamento similare, a conferma di un metodo che fonde l’artificio della forma con la natura del contenuto. Donne particolari con aria decisa, pistole in mano e sguardi che hanno coscienza critica e peso storico. Tutto è azione esplicita, bloccata nell’istante catartico, nel climax spasmodico del gesto estremo. Al contempo, l’azione fisica diviene fecondazione pittorica, vera e propria analisi del frammento, occhio mediatico dentro l’occhio multiforme della pittura. (Gianluca Marziani)
Donald Judd diceva «l’arte è una cosa che si guarda». Lucia Lamberti dipinge partendo da frames di scene televisive che blocca, fotografa e riporta con il pennello sulla tela. Il suo lavoro va oltre al soggetto cercato, alla scena riprodotta, va oltre lo choc di immagini truculente, della violenza delle fiction televisive, delle donne con la pistola e del sangue sprecato. Il suo lavoro va al di là di ciò che appare. La sua pittura, attraverso lo sguardo strabico della mano e del pennello, eleva l’immaginario e sbriciolando, frammentando e ricomponendo, si avvale del fascino dell’indagine antropologica, contravviene alla tradizione dell’attrazione, sovverte le categorie. Allora la resa finale porta in sé ciò che non appare, i suoi quadri amplificando i fenomeni sottolineano l’indefinito e decifrano l’indecifrabile. (Martina Cavallarin)
Se la tecnologia ha sviluppato una produzione ed un consumo di immagini poste sotto il segno dell’automazione e dunque dell’indifferenza, l’arte attraverso il recupero della manualità pittorica ha ristabilito il valore della discontinuità e della differenza. La tecnologia promuove un mondo visivo bidimensionale di pura informazione, la pittura restituisce alle immagini spessore e durata. L’uso della materia pittorica e delle sue vischiose sedimentazioni risponde al bisogno dell’artista di ripristinare l’antico sogno dell’arte, quello di una durata e di una persistenza dell’immagine che in termini di pura soggettività significa la rifondazione del problema dell’immortalità. Durata contro obsolescenza, spessore contro superficie, concentrazione dentro la cornice contro lo sconfinamento, l’arte contro l’estetica. Ripristinare la cornice significa rifondazione dell’intensità dell’arte, possibilità di armare l’immagine di un potere di seduzione capace di catturare lo sguardo per portarlo verso l’abbandono e il piacere. Un piacere che si consuma dentro il campo di intensità dell’opera, dentro la rete ammaliante della visione pittorica che si ammanta di molti travestimenti, che utilizza la citazione di molti riferimenti ma tutti riscritti in uno stile che non manca di dichiarare il piacere dell’artista per la capacità di rendere concreti i propri fantasmi ed astratte le evocazioni culturali. (Achille Bonito Oliva)
Critics
The decision to paint led Lucia Lamberti to analyze art’s relationship with tradition and sharpen the instruments to redefine the present of this medium. In the artist’s aesthetical sense, the act of painting becomes a place of blurring of borders and of the hybridization of painting, photography and video. It opens a series of new potentialities, it becomes a hypertext, it suggests multiple interpretations. Sometimes Lamberti presents cinematographic images stolen online, whose graininess is exalted by her fluttering painting style and a delicate chromaticism that give the first scene an evanescent and dreamlike aspect, softening the graphicness at the base of the gesture and the violence that the scene represents. (Eugenio Viola)
The painting of Lucia Lamberti moves smoothly between the spaces of everyday life, unveiling and exposing the ugliness conceived in the interactivity of electronics and of the new media in general. Doing a proper analytische lektion that becomes the reason for a new rationalism (for a new analysis), Lamberti calculates and recalculates the folds of the contemporary visual fabric, critically following a few pathological schemes of the collective image to propose an interpretative behavior – basically abstract-symbolic – which generates epistemological references or rediscovers a profane artery where the sacrilegious element is the assumed value of modern man faced with the decay of images and sounds that are displaced by modern parables. (Antonello Tolve)
Lucia Lamberti adopts a strongly recognizable painting style. Her neat strokes become a sort of second skin that “dresses” the media image, as if it were a controlled painting-over of electronic images. The themes chosen act in much the same way, furthering the concept of the method that blends the artifice of form with the nature of content. Distinctive looking women with a decisive air, pistol in hand and expressions that have critical conscience and historical weight. It is all explicit action, frozen in the cathartic moment, in the spasmodic climax of the most extreme gesture. At the same time, the physical action becomes pictorial fecundation, a real analysis of the fragment, the mediatic eye inside the multiform eye of painting. (Gianluca Marziani)
Donald Judd said that “art is something you look at”. Lucia Lamberti paints beginning with frames from television scenes that she freezes, photographs and reproduces on canvas. Her work goes beyond the subject, the scene reproduced, beyond the shock of brutal scenes, the violence of television shows, the women with pistols and the spilled blood. Her work goes beyond what is seen. Her painting, through the squinting eye of the hand and the brush, elevates the imaginary, and, crumbling it and reconstructing it, takes advantage of the fascination of anthropological research, infringing on the tradition of attraction, and subverting the order of things. Consequently, the final work shows what doesn’t appear; her work highlights the undefined and deciphers the undecipherable. (Martina Cavallarin)
If technology has developed a production and consumption of images under the sign of automation, and, therefore, indifference, art, through the revival of pictorial handiwork, has re-established the value of discontinuity and dissimilarity. Technology proposes a world that is visually two-dimensional and purely informational; painting restores depth and durability to art. The use of painting material and its viscous sediments responds to the need of the artist to return to the ancient dream of art, that of duration and persistence of image that, in terms of pure subjectivity, means the resurrection of the problem of immortality. (…) Duration vs. obsolescence, depth vs. superficiality, concentration vs. blurring, art against aesthetics. Bringing back the frame means refreshing the intensity of art and the possibility to give the image the power to seduce that is capable of capturing the eye and bringing it toward abandon and pleasure. A pleasure that is consummated in the intensity of the work, within the charming web of the pictorial vision that cloaks itself in many disguises, that cites many references, all of which are rewritten in a style that does not fail to declare the pleasure that the artist has in his capacity to make his own ghosts real, while rendering cultural evocations abstract. (Achille Bonito Oliva)